In
una Europa dal presente confuso e dal futuro incerto, sono sempre
più gli scettici sull’appartenenza all’Unione. Il progetto
comunitario non convince della sua importanza e utilità. I cittadini
vogliono un’Europa dove a decidere siano i rappresentanti che hanno
eletto, e non le lobby e le burocrazie di Bruxelles.
Il futuro dell’Europa come ideale geo-politico
è nelle mani dei giovani; alla UE essi chiedono di essere più
democratica, più aperta ai diritti sociali, più trasparente
ed efficiente.
Come possiamo riavvicinare i giovani al progetto europeo? Come possono
i giovani contribuire a rafforzare l’Unione come fattore di stabilità
e punto di riferimento in un mondo in costante cambiamento?
In prossimità delle elezioni europee del 26 maggio 2019, l’Associazione
culturale Musadoc ha organizzato a Roma il workshop “La
Generazione Z e il futuro dell’Europa” dove sono
stati i giovani i protagonisti che hanno raccontato come vedono l’Unione
Europea, il suo ruolo e il suo futuro. I giovani della generazione Erasmus,
che partecipano ai flashmob, che acquistano low cost e on line; sono gli
youtubber, blogger e instagrammer; sono consumatori 2.0, la prima generazione
digitale.Con questi giovani sono stati approfonditi i principali temi
di attualità che attraversano le nostre società (le crisi
economiche, le guerre, le grandi migrazioni, i nuovi nazionalismi, ecc.)
che diventano motivi di riflessione e di discussione con il pubblico.
Il Workshop non è stao un semplice confronto tra idee diverse d’Europa
ma ha avuto al centro una ampia discussione sull’esistenza stessa
del sogno europeo.
Nell’incontro si è trovato spazio anche per una riflessione
sull’inquietante riemergere in Europa di quei sentimenti di intolleranza
e xenofobia che credevamo sconfitti per sempre.
Si è parlato infine delle best practices per contrastare efficacemente
la disoccupazione giovanile e per garantire la protezione sociale; dei
“migranti” lavorativi, dei programmi di volontariato, ecc.
Una maratona di giovani quindi, che si è alternata sul palco per
raccontare le sensazioni e le situazioni, il loro sentire comune nei confronti
dell’Europa e delle sue istituzioni.
|